NAPOLITANO: IMMIGRAZIONE E TARDIVI MEA CULPA - Riflessioni a seguito alle parole pronunciate dal Presidente della Repubblica a Rosarno


Articolo pubblicato sul quotidiano "RINASCITA" - 30/01/2010
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A Rosarno sono accadute cose brutte, pesanti. Uno scoppio di insofferenza che ha mostrato il peggio di ciò che si era accumulato nell'animo dei cittadini e degli immigrati. E' nostra responsabilità collettiva di rappresentanti dello Stato non aver saputo prevenire ciò che avremmo dovuto prevenire. Ora dobbiamo evitare che si ripeta e respingere luoghi comuni e pregiudizi che indicano la Calabria come luogo di intolleranza e di razzismo.
E bravo - qualcuno esclamerà - il nostro Presidente, che ha avuto il coraggio di pronunciare certe parole: lui sì, così attento più di altri, nel riuscire a penetrare la realtà con sguardo vigile; nell’esser capace di sviscerare il fenomeno migratorio con pacatezza e nello stesso tempo con fermezza, a costo di far pensare ai benpensanti che magari un tempo sono stati suoi degni compagni di viaggio sotto insegne rosse: “ma che succede? Il Presidente sta forse scivolando nelle trame nere della destra più bieca? Quella che odora di intolleranza “xenofoba” e “fascista”?”
E bravo, il nostro Presidente, che ha compreso che “la caccia al negro” tra i vicoli di Rosarno, non è stata portata avanti dagli ultimi adepti di qualche esaltata filiazione del Ku-Klux Klan, né orchestrata da qualche “cattivo” maestro rapito dalle dissertazioni metafisico-razziali di Julius Evola.
E no! Questa volta il Presidente non poteva aggrapparsi all’incubo inverosimile di un’onda nera di xenofobia che avanza. A Rosarno, si è trattato semplicemente di comuni cittadini, uomini e donne, madri e padri di famiglia, esasperati da una situazione e una convivenza insopportabile e causata da un’immigrazione selvaggia che irrompe nel nostro continente con il benestare dei politici compiacenti, della Chiesa e degli schiavisti del XXI secolo, per i quali il flagello migratorio altro non è che un felice tornaconto in euro.
Ma una volta tanto vogliamo essere anche noi un poco comprensivi e moderatamente elastici: e quindi, regaliamogli pure un plauso, al caro Presidente, sulla scia del noto detto che: “meglio tardi che mai”. Concediamo pure l’attenuante della distorsione ideologica, che ogni tanto acceca noi tutti e che forse ha gettato, negli anni passati, una cataratta negli occhi dell’anziano Presidente durante la sua militanza in una certa sinistra: troppo buonista per poter sostenere e plaudere qualcosa che potesse odorare di “sinistro” – pardon, volevo dire “destro” – incenso “xenofobo” (?). Quella “sinistra”, per intenderci, che strizza l’occhio ai “diritti” delle minoranze, degli omosex e dei transex, ai colorati “diritti” cosmopoliti dei migranti, traghettando falce e martello in territori che meglio si addicono ai postulati radical-pannelliani; quella “sinistra” che ha dimenticato il bersaglio della lotta: quel bersaglio che sarebbe dovuto essere rappresentato dal mondo del lavoro, dalle rivendicazioni salariali, dalla lotta operaia, dall’opposizione al grande Capitale, e che invece si è prodigata nell’accatastare, nella soffitta del dimenticatoio, i principi del materialismo storico marxista a favore dell’edificazione dell’ ipermercato del pensiero unico che puzza di liberal-liberismo.
Ma dopo questo slancio di edulcorata comprensione, mi piacerebbe chiedere, al caro Presidente e a tutti coloro che sottolineano la lucida seppur tardiva analisi politica sui disordini “etnici” e il mormorio sulla “responsabilità collettiva di rappresentanti dello Stato per non aver saputo prevenire ciò che avremmo dovuto prevenire”: cosa pensavate e dove eravate quando, nel 1995, la Corte d'Assise di Verona condannava in primo grado gli aderenti del movimento denominato Fronte Nazionale, fondato da Franco Giorgio Freda, reo di aver presagito - e di conseguenza di aver cercato di prevenire - le conseguenze nefaste del fenomeno migratorio che poi si sarebbero “magicamente” avverate? Per voi, signori un po’ distratti, voglio riportare, come risposta alle parole del Presidente Napolitano, uno stralcio del processo inquisitorio che vide protagonisti proprio Franco Freda e uno scellerato PM, riguardo l’argomento affrontato dal Fronte Nazionale, sull’espulsione immediata degli stranieri extraeuropei immigrati illegalmente :

Freda: Mi scusi, signor pubblico ministero, ma sa che l’argomento è di attualità?

P.M: Certo che lo so!

FREDA : C’è un concerto totale delle forze politiche democratiche attuali.

P.M. : Lo so benissimo, e questo è uno dei capisaldi dell’accusa e dimostra la pericolosità del suo movimento.

FREDA : Dimostra la preveggenza, la capacità di lucidità e previsione politica.

P.M. : E la pericolosità politica!

FREDA :Questo, cinque anni fa! Previsione e preveggenza: noi abbiamo previsto ciò che sarebbe intervenuto, tanto è vero che oggi tutte le forze politiche del parlamento democratico tendono all’abrogazione graduale…

P.M. : La preveggenza gliela riconosciamo. Infatti è un requisito della pericolosità .

Se la preveggenza è il requisito della pericolosità, il riconoscimento della mancata preveggenza, così come sottolineata dal Presidente, non può che essere idiota cecità e responsabilità criminale dei disordini di Rosarno.
E allora paghino loro, i “rappresentanti dello Stato”, i politicanti di destra e di sinistra, per aver provocato gli scontri etnici: applichino per bene, sulle loro ottuse teste, la Mancino-Modigliani. Riconoscano di aver istigato all’odio razziale e poi procedano, sulle macerie della società multietnica dalle quali saranno loro stessi travolti, con i mea culpa e il cilicio: strumenti espiatori che, visti i tanti strilloni ossessionati dalla cristiana moralina dell’accoglienza presenti in parlamento, non potranno non essere apprezzati (Binetti docet?) per il loro sapore “penitenziale”. E così facendo, si frustino per bene la coscienza . Con buona pace per tutti; soprattutto, lo speriamo vivamente, per noi, che li abbiamo sopportati troppo a lungo …

Ignazio Mele

1 commento:

Astarte ha detto...

Beh??? Ci siamo dimenticati di scrivere nel blog??