DEMAGOGIE D'OLTRETEVERE:IL PAPA IN SINAGOGA E LE DIMENTICANZE VOLUTE. Nessun accenno di Ratzinger al martirio dei palestinesi.


Articolo pubblicato sul quotidiano "RINASCITA"- 21/01/2010
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Eccolo, l’uomo in bianco, aspetto dimesso, sommesso ma disteso, perdersi tra i figli prediletti di Dio, i fratelli eletti, i “giusti”. Eccolo, l’uomo in bianco, dissertare sulla Storia che fu (? ), sugli stermini, sui drammi e sugli arcani del XX secolo, sui gas e sui fumi a trama uncinata, sui bambini e sulle donne sofferenti e sulle azioni sotterranee ( magismo cattolico?) attraverso le quali “la Sede Apostolica agì in modo discreto e nascosto”.
Eccolo, in mezzo ad una cornice “gentile” (?) composta dagli Alemanno, dai Fini, dai Letta, “ricordare la disperazione di donne e bambini”, ascoltare in silenzio i proseliti politici e visionari di Pacifici conditi con i soliti piagnistei egoici sull’incolumità fisica israeliana minacciata dal nucleare iraniano e sul nuovo sterminio che insorge.
Eccolo, mentre ascolta gli improbabili proclami del Di Segni su “amicizia e fratellanza”, che “non devono essere esclusivi e oppositori nei confronti di altri – soprattutto, aggiunge il rabbino - di tutti coloro che si riconoscono nell’eredità spirituale di Abramo”.
E chissà cosa pensa, ci chiediamo noi comuni mortali, nell’ascoltare siffatti proclami di rispetto confessionale, di parità di dignità, di comune “eredità spirituale”, l’uomo in bianco che, nonostante la distanza che lo separa dalla nostra Welthanschauung, riteniamo essere uomo di profonda cultura e sicuramente conoscitore del Talmud e della Torah e quindi dei contenuti delle Scritture dei “fratelli” maggiori: Scritture che tutto esaltano, tranne l’amicizia e la fratellanza nei confronti dei “gentili”, cristiani e non..
E ancora ci domandiamo, più dubbiosi che mai, se qualcuno avrà notato, almeno per un attimo, tra i politicanti di destra, sinistra e centro e tra il popolo dei gojim poco “gentili”, che né i rappresentanti del popolo “eletto”- ma questo era a dir poco scontato - né Ratzinger, abbiano speso una parola per il “nuovo” Olocausto mediorientale, per i bambini e le donne palestinesi martoriati dai tank israeliani, per i soprusi che giorno dopo giorno i non ebrei di Palestina patiscono con l’indifferenza e il tacito benestare del mondo occidentale, Vaticano compreso. Questo, l’ uomo in bianco, l’ha dimenticato, forse rimosso, forse adombrato per puro calcolo politico: sì, dico politico. Cosa altro è, se non prassi politica, l’amministrazione delle “anime belle”, il missionaresimo in caccia di nuovi adepti e la cura dei rapporti di buon vicinato e di amore-odio con i “fratelli” maggiori ?
Ma in fondo, c’è veramente da rimanere sorpresi di questa tacita complicità ? Già Nietzsche, più di un secolo fa, esplicitò il problema in maniera risoluta e chiara: il tronco da cui si diramano i rami tortuosi e avvinghianti del cristianesimo e dell’ebraismo è il medesimo. Non ce ne vogliano cattolici tradizionalisti, preconciliaristi, crociati e papisti che si annidano tra i miasmi della destra “radicale”; quelli, per intenderci, che strillano a difesa delle radici cristiane che poi - dimenticano - sono appunto giudaiche e quindi non nostre.
Il risentimento ebraico divenne, con la morte di Cristo e tramite Paolo di Tarso, livore cristiano. Il sangue sgorgato dal Golgota fu solo uno spartiacque che segnò il passaggio da un’acredine a un’altra, senza che, tra l’altro, il nuovo odio riuscisse a soppiantare il vecchio. Cambiò il “fenomeno” ma non il “noumeno”.
E allora, lasciamoli fare; ammiriamoli nella loro spavalda ipocrisia, nella loro volontà di potenza corrotta e affabulatrice, nel loro banchettare insieme, nel loro meschino odiarsi, nelle loro bieche smorfie calcolatrici sotto i sorrisi rassicuranti e falsi: in altre parole, abbandoniamoli alla loro farsa e, soprattutto, alla loro faida.
Una faida che non ci riguarda e non ci deve riguardare, perché viviamo in alt(r)e lande: troppo pagane per gli uni, troppo “gentili” per gli altri. Fortunatamente….                                           

Ignazio Mele

                                                                                                                                                    



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