LE FINTE RIVOLUZIONI DELLA "SINISTRA ITALIANA"

Articolo pubblicato sul quotidiano "RINASCITA" - 20/10/2011


Punto primo:  "Oggi non esito a dichiarare che il socialismo non potrebbe sussistere senza un’apologia della violenza". Così Sorel. In effetti, non si capisce come si possa fare una rivoluzione con i balletti in piazza e gli striscioni colorati. Suvvia, non siate ipocriti! Se è il Sistema che si vuole abbattere, altro ci vuole che le passeggiate con i fischietti e i bambini a seguito e il tutto con la benedizione - guardate un po’ - di Mr. Draghi. Se sorelianamente "la forza ha come oggetto l’imposizione di un certo ordine sociale", la sua distruzione non può che avvenire che con la violenza: Ipse dixit…
Punto secondo: “Sono un rivoluzionario. Non mi pento di ciò che ho fatto e lo rifarei. La lotta al Sistema, al regime dell’Usura va portata avanti fino alla sua distruzione”. Avrebbe potuto rispondere così “il ragazzo con l’estintore”, al secolo Fabrizio Filippi, arrestato per i disordini di Roma. E invece? Un laconico “sono pentito ma non sono un black-bloc. Probabilmente mi sono lasciato trascinare dagli avvenimenti” con, in più, la giustificazione che l’estintore serviva per spegnere l’incendio: una mammoletta annoiata e in cerca di emozioni forti. Ora piange con mamma e papà. Lasciamo che si sfoghi, deve essere molto provato. Siamo sicuri che se la polizia fermasse il babbeo che ha mandato in frantumi la statua della madonna di Lourdes (caspita che atto rivoluzionario, un gesto molto utile ai fini dell’abbattimento del signoraggio), lo stesso si farebbe fotografare durante la messa domenicale mentre riceve l’eucarestia con il volto attraversato da un’estasi da fare impallidire quella di Santa Teresa d’Avila e, forse, deciderebbe di prendere i voti. E così per tutti gli altri “rivoluzionari” arrestati. Non spendo una parola di più.
Punto terzo: Alcuni “black bloc”, da qualche parte, hanno sostenuto di essere in guerra contro il Sistema. Pensiamo che ognuno abbia il diritto di ribellarsi allo status quo ma penso anche che dal momento in cui la guerra è dichiarata, bisogna essere consapevoli che non sarà a senso unico: aspettarsi la reazione dello Stato ci pare essere una cosa scontata. Allora, inutile piangere se ci scappa il morto (vedi Carlo Giuliani) e urlare contro la “repressione poliziesca” leccandosi le ferite sotto la gonnella di mamma: quando mai è esistito uno Stato che si fa attaccare senza opporre resistenza? Non facciamo i cretini, non viviamo nelle favole...la guerra è guerra e mai sulla terra si sono viste guerre o rivoluzioni senza spargimenti di sangue. Se decidi di andare in trincea, devi aspettarti le conseguenze, anche quelle più nefaste. Altrimenti, meglio darsi alla coltivazione dei tulipani.
Punto quarto: Domanda: se il sopraccitato Giuliani è stato celebrato in tutti questi anni dalla sinistra come un martire e un eroe, perché mai questo biasimare i suoi emuli che, anni dopo, non fanno che ripetere le stesse azioni? E perché mai costoro sono stati insultati dagli indignati pacifici con il solito epiteto: “fascisti, fascisti...? Se così fosse, anche Carlo Giuliani era un “fascista”....
Punto quinto: Tutti abbiamo visto le immagini della giornata romana: ebbene, per quanto ci riguarda, abbiamo intravisto più violenza negli sputi e negli insulti rivolti a Pannella da parte di uomini attempati, che nelle sassaiole contro la polizia: una violenza subdola, fatta di visi contratti e odio represso, schifosamente vergognoso e fazioso, che niente aveva a che fare con una protesta contro la globalizzazione e lo strangolamento messo in atto ai nostri danni dall’alta finanza: il tutto aveva i toni di una crociata contro l’attuale governo di centro destra. Che questi signorotti non abbiano capito quale sia il cuore del problema, appare fin troppo chiaro.
Punto sesto: gli sputtacchioni di cui sopra, altri non sono che coloro che vorrebbero sostituire Berlusconi con chi, negli anni passati, ha fatto le stesse cose del Sultano di Arcore: asservimento ai diktat delle banche, finanziamenti di guerre “democratiche” (con il sostegno dei “pacimarxisti” dell’estrema sinistra “anti amerikana”, non dimentichiamoci) e quant’altro. Non si accorgono, o fanno finta di non accorgersi, che destra e sinistra non sono altro che due facce della stessa medaglia: servitori dei banchieri sono gli uni e servitori dei banchieri sono gli altri.
Conclusioni: Il 90% delle persone presenti alla manifestazione romana, al momento delle elezioni, si recherà come un gregge composto alle urne nel nome di un’alternativa di “sinistra” che non esiste e così facendo continuerà a dare linfa agli strangolatori di popoli e nazioni. La prossima volta, invece di andare a lamentarsi in piazza contro il vento, rimangano nelle proprie case. Gli uomini liberi, invece, facciano tabula rasa e rincomincino da capo.
                                                                                                                                  Ignazio Mele

http://www.rinascita.eu/?action=news&id=11054





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