UDINE 29 SETTEMBRE 2012: TUTTI IN PIAZZA PER DIRE NO ALLA VIVISEZIONE


Udine, 29 settembre: il cielo plumbeo e minaccioso sembra esprimere cordoglio al dolore dei “senza voce” che, a milioni nel mondo, vengono torturati e massacrati nei laboratori della vivisezione. E anche le nuvole, a intermittenza, versano lacrime sul corteo che partendo da piazza I° Maggio ha attraversato le strade della città per urlare la propria rabbia e il proprio sdegno nei confronti di una falsa scienza partorita da una logica cartesiana che ancora impera e regola l’esistenza degli umani nel freddo e cinico inverno della modernità, altare sacrificale del materialismo scientista e razionalista. Uno stupro sconsiderato della natura, una manipolazione degli animali non umani come oggetti aventi finalità di speculazione, interessi economici di lobby farmaceutiche i cui falsi scopi “scientifici” sono occultati ai più: questi sono i fili che reggono il macabro teatro dell’orrido olocausto animale. Harlan, multinazionale che in tutto il mondo mantiene le sue strutture di morte ed è presente anche a pochi km da Udine, ad Azzida, in comune di San Pietro al Natisone ( presidiato per l’occasione dalla polizia che temeva incursioni improvvise da parte dei manifestanti e che non ci sono state), è il bersaglio di una manifestazione che ha visto la partecipazione di duemila persone che si sono riversate nella città da tutta Italia.  “No alla vivisezione”, “Liberazione animale”: queste le parole d’ordine che riassumono gli slogan gridati durante il corteo che ha attraversato una città che sembra aver apprezzato - o perlomeno ha assistito con interesse o curiosità - alla mobilitazione, tra striscioni anti vivisezione, sventolio di bandiere e richiami grafici all’Animal Liberation Front.. Conclusione in Piazza Libertà in cui a “scrivere” l’epilogo della giornata sono stati i diversi interventi volti a spiegare le ragioni etiche e scientifiche che smascherano la grande e abominevole truffa della “sperimentazione animale”. Tra tutti, svetta l’intervento del dott. Massimo Tettamanti medico antivivisezionista che dopo aver preso la parola a seguito degli interventi dei rappresentanti del “No Harlan Group”, Enpa, Lav e dell’assessore Cristian Franzil, ha dichiarato che “la vivisezione deve essere attaccata in tutti i modi.”. Esaltando esplicitamente la nobiltà insita nelle azioni dell’ A.L.F. ( Animal liberation Front ) e prendendo ad esempio Green Hill, Tettamanti ha ricordato come “da un'azione di totale illegalità siamo arrivati ad una situazione dove è venuta fuori quella che è la realtà dei fatti che ha portato ad un sequestro”: questo, in riferimento all’irruzione dentro lo stabilimento di Montichiari da parte degli attivisti che “hanno spaccato” e “preso 30 cani”. A concludere l’evento, Leonardo Caffo sulle ragioni dell’antivivisezionismo dal punto di vista etico. Questa, la fine di una giornata che ha visto come protagonista un fronte popolare che segue ai fatti di Green Hill come una conseguenza logica e necessaria, legata alla consapevolezza di una presa di coscienza dell’esigenza di mobilitazioni sempre più frequenti atte a far sentire la propria voce in difesa dei diritti di esseri senzienti che, in nome di un bieco e mai sopito antropocentrismo, subiscono inutili e criminali vessazioni.
 Organizzatore dell’evento, patrocinato dal comune di Udine, è stato il sopracitato “No Harlan Group”, raggruppamento di diverse associazioni: Lav, Oipa, Enpa, Afvg, Animalisti italiani, Imperatrice nuda.
Quanto a noi, il prossimo appuntamento sarà per il 20 ottobre a Correzzana in cui si trova un altro stabilimento dell’Harlan .Intanto, possiamo affermare che la lotta senza quartiere ai sadici speculatori della barbarie vivisezionista sembra crescere ogni giorno di più anche in Italia, che proprio alcune settimane fa ha ospitato il prof. Steven Best, sostenitore dell’ “azione diretta” per i diritti animali, e nei prossimi giorni vedrà la presenza - per una serie di incontri in varie città d’Italia - di Gary Yourofsky, incarcerato innumerevoli volte per la sua militanza a favore della “Liberazione animale”.
E se questo è il presente, mi si permetta di chiudere con le riflessioni “passate” di Savitri Devi la quale, già nel 1959, auspicando un grido di protesta contro la vivisezione, scriveva: “Per noi, qualunque siano i loro risultati [della vivisezione] da un punto di vista scientifico, tutte quelle pratiche sono condannabili per se stesse, per l' unico motivo delle torture che esse implicano - torture inflitte su creature senzienti di qualsiasi specie esse siano. E anche se fossero della più grande e immediata utilità per la razza umana; anche se effettivamente portassero alle più grandi scoperte riguardanti sia la nostra conoscenza della Natura che i mezzi per combattere le malattie e prolungare la nostra vita; anche se potessero ragionevolmente dare all'uomo il potere di richiamare i morti a vivere ancora, noi tuttavia le condanneremmo, e considereremmo con indignazione chiunque esso sia che indulga con esse, o le incoraggi o le tolleri con il suo vile silenzio, invece di sollevare contro di esse, con ogni possibile mezzo, un severo grido di protesta”.
Ecco, un grido di protesta con ogni mezzo. Questo sia il monito supremo. LIBERAZIONE ANIMALE AD OGNI COSTO!
                                                                                                                                     Ignazio Mele



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