IMMIGRAZIONE: IL "DEMONIO" A VOLTE CI AZZECCA



 Articolo pubblicato sul quotidiano "RINASCITA" - 28/11/2011
http://www.rinascita.eu/

Inarrestabile, il presidente. Dopo averci regalato il governo dei poteri forti, ecco che ora lo ritroviamo, sempre più a suo agio nelle vesti di leader indiscusso, dissertare sulla necessità di riconoscere la cittadinanza italiana ai figli degli immigrati (che siano nati sul suolo italico), facendosi beffa del sacrosanto principio dello Ius Sanguinis. Niente di nuovo sotto il sole. Semplicemente, logica concatenazione di “eventi” non casuali: per prima cosa, bisogna intervenire sulla sovranità nazionale, rendendola inesistente e schiava di poteri finanziari sovranazionali, poi ci si appresta a violentare definitivamente la Nazione negando uno dei principi che la rendono, appunto, tale: l’etnicità. Che il bordello multirazziale sia una necessità primaria affinché venga edificato una volta per tutte il Mercato globale, questa non è una novità. E non è una sorpresa che, eccetto la Lega, i politicanti di destra e di sinistra abbiano accolto con grande entusiasmo l’appello di Napolitano. Tra tutte le esternazioni, però, una merita di essere riportata per intero: “E’ giusto dire che è cittadino italiano chi nasce in Italia, parla la lingua e ha concluso un ciclo di studi”. Così Gianfranco Fini.
    Forse il tempo per il sottoscritto si è fermato o forse sono un po’ all’antica ma, se non ricordo male, a conclusione di un ciclo di studi si conseguiva un diploma o una laurea che a tutto potevano servire ma non al conferimento di un “attestato di etnicità”. O forse, se vado a vedere nella pergamena della mia laurea in Filosofia, da qualche parte ci sarà scritto che sono diventato un alieno, visto che italiano lo ero dalla nascita?
Quasi come un riflesso pavloviano, questi demagogici e sdolcinati discorsi mi conducono alla mia libreria: da un testo “battagliero” di un uomo “maledetto”, estrapolo alcuni pensieri “da censura” democratica, messi nero su bianco nel secolo scorso durante un periodo di prigionia per un fallito Putsch. Ancora oggi, calzano a pennello: L’acquisto della cittadinanza si svolge non diversamente dalla ammissione in un club automobilistico. Il candidato presenta la sua richiesta, si procede ad un’indagine, la richiesta è accolta, e un bel giorno gli si fa conoscere con un biglietto che è diventato cittadino dello Stato. E la notizia gli è data in forma umoristica: a colui che finora è stato uno Zulù o un Cafro si comunica che ‘è diventato un Tedesco’! Siffatto sortilegio è la prerogativa di un semplice funzionario. In un batter d’occhio, questo funzionario fa ciò che nemmeno il Cielo potrebbe fare. Un tratto di penna, e un Mongolo diventa un autentico ‘Tedesco’. Ma, dirà qualcuno, queste frasi le ha scritte “il Demonio”!? Scusate il "politicamente - forse anche troppo (?) - scorretto" ma anche il demonio, qualche volta, avrà detto qualcosa di buono! O è questa una prerogativa solo del buon Dio e dei sui democratici accoliti? Suvvia, non siate razzisti!






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