Dedicato agli "antianimalisti", così compassionevolmente filantropi.


Irridere coloro che si battono per i diritti degli animali, non fa altro che (s)velare, nel profondo del “cuore”, la mefitica eredità del sentire filantropico e antropocentrico scaturito dal Cristianesimo e, in generale, dalle religioni fiorite dal marcio tronco abramitico. Un assaggio di questo sentire semitico, lo troviamo nel quadretto “fissato” tempo fa da Famiglia Cristiana (28 settembre 2003): << Attribuire ai cani qualità,sensibilità ed emozioni che a malapena si trovano nei cristiani mi pare follia pura. Più di qualche italiano sarebbe pronto ad aprire studi dentistici e centri benessere, per le cagnette della signora Teodolinda e del signor Procopio. Nel contempo non mi sembra altrettanto sollecito e colpevolizzato se dall'inizio dell'anno scorso sono "marciti" decine e decine di anziani, dimenticati nei condomini per settimane, mesi, anni. Finiamola di scambiare i capricci della borghesia italiana come se fossero scelte di civiltà. Incominciamo una volta per sempre a mettere in fila le priorità e dare nome e cognome alle cose. Perciò le sacre battaglie di questi giorni e la battaglia che si farà domani perché tutti gli animali siano liberi, spero non dimentichino che i nostri bambini valgono molto di più dei cani e che c'è più civiltà in quelle case dove c'è un cane di meno e un bambino di più >>.
Detto ciò, ad ognuno la propria compagnia: a noi, le cagnette della signora Teodolinda ( possibilmente senza la signora Teodolinda). Ai timorati di Dio, ai fans di Madre Teresa e Benedetto XVI; ai seguaci del Nazareno, di Maometto e del Dio del popolo “eletto”; ai sostenitori dei pannolini e del concepimento di bebè ad oltranza – e di conseguenza ai nemici dei condom ( ma, mi chiedo, il numero è potenza … o il numero è plebeo? )- , lasciamo volentieri la compassionevole e “prioritaria” compagnia di miliardi di bipedi più o meno sofferenti, che continuano a sovrappopolare il mondo. Amen.       

Ignazio Mele


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